giovedì 26 giugno 2014

Sull'esistenza di Dio (di Leone Montagnini)

Sull'esistenza di Dio [mia riflessione del marzo 2004]
La presente riflessione scaturì sulla mailing list del Sito Web Italiano di Filosofia (SWIF) nel marzo 2004. Proponevo in esso una riflessione circa una domanda sull'esistenza di Dio che era stata posta da una persona sul sito. Una domanda che aveva rotto le regole del sito, dedicato come lo è ancora oggi alla diffusione di notizie cirva eventi filosofici. Negli anni le mie posizioni sull'argomento sono rimaste invariate e dunque vorrei riproporle in questo mio blog.
Chiedo al lettore di non assimilare questo post agli altri di natura cibernetica. Sono un filosofo che ha sempre avuto scarsissime possibilità di esprimere in forma pubblica le proprie idee più tipicamente filosofiche. Finora ne ho parlato con chi incontravo, socraticamente. Ora sento il desiderio di farlo per iscritto, pubblicamente, su questo mio Blog, che può così aprire al lettore uno spiraglio sul mio io più autentico di filosofo pensante.


SCRIVEVO NEL MARZO 2004 [Riproduco le riflessioni di allora emendando solo qualche refuso e ripulendo il testo]

Mi si permetta di proporre all'attenzione dei cortesi studiosi alcune mie riflessioni scaturite dalla mail sull'esistenza di Dio. Per errore avevo all'inizio risposto soltanto alla Gentile Teresa Bettini, ma preferisco presentarle a tutti.

In una prima mail ho scritto:

Sareste in grado di dimostrare che io esisto, o che voi stessi esistete? Io credo che nemmeno nel fare questo potreste riuscire. Forse però potete mostrarlo, e questo vale forse anche per Dio.

Leone Montagnini


Teresa Bettini mi ha risposto [sempre sul SWIF]:
Caro Leone,
certo è difficile anche dimostrare l'esistenza delle persone.. l'esistenza di Dio poi non ne parliamo. Mi hai fatto venire in mente una proposizione del Tractatus di Wittgenstein: "Ma vi è dell'ineffabile, esso mostra sè. E' il Mistico". Forse si manifesta, si mostra a noi, ma mentre degli individui ciascuno ha sensazione, e quindi si mostrano, si manifestano, di Dio non proprio. Bisognerebbe intenderci su manifestare, o mostrare. Che dici? Ti ringrazio della tua risposta! Un saluto Teresa

Gli ho ulteriormente risposto spiegandogli la mia posizione.
Cara Teresa volevo rispondere mandando la mail a tutti. Mi sono sbagliato e l'ho mandata solo a te. Comunque sono molto contento che mi hai risposto, perché è molto difficile oggi filosofare con qualcuno. Nella mia mail ho presentato in realtà una tesi su cui ho molto riflettuto. Noi non possiamo dimostrare l'esistenza di nulla. Possiamo costruire delle teorie, quello sì. La stessa cosa vale per Dio. Il numinoso quello sì che esiste. L'eventuarsi del divino nella vita e nella storia dell'uomo. Si possono costruire buone teorie antropologiche, psicologiche, storiche del numinoso. Classicamente si ritiene che Dio sia escluso dal Tractatus. E che la riabilitazione del linguaggio non formalizzato che otteniamo con le Ricerche filosofiche riesca a riabilitare anche il linguaggio religioso. Vi sono alcuni filosofi analitici che hanno lavorato in questa direzione. Ma forse Dio si può dire anche dentro il Tractatus. Vedi, in fondo la posizione di Wittgenstein (o forse solo dei suoi seguaci neopositivisti) è quella degli epicurei: gli dei non ci sono e se ci sono se ne stanno in un mondo a parte e non hanno nessun rapporto con noi. In tal senso Dio non ha realtà fenomenica e, giustamente, non è dicibile. Ma se Dio c'è, in generale, se il numinoso c'è, allora non può essere tutto come se non fosse. La tesi classica è: Dio c'è perché ci sono le religioni. Io ribalterei la questione: le religioni ci sono perché c'è Dio, ovvero, perché c'è il numinoso. Il numinoso è fenomenologicamente descrivibile, è sostanzioso. Il numinoso si può vivere. Ho sempre ritenuto che nel volere "dimostrare" l'esistenza di Dio, vi sia una qualche violenza. C'è una imposizione di una verità ad un altro. Attraverso questo non passa Dio. Dio, o meglio il numinoso, si esperisce nella libertà. Nota che Gesù, Buddha e Socrate non scrivono nemmeno. Non possiamo inchiodare la verità, scrivendo, dimostrando. Qualsiasi scrittura e qualsiasi dimostrazione sono affidate all'interprete. Se vuoi capire, capisci, per questo dico: Dio si può mostrare. Anche Gesù, Buddha, e Socrate mostrano, indicano. Quante volte Gesù ripete: "chi ha orecchie per intendere intenda". Oppure dice "vieni e vedi". Credo che il filosofo abbia la possibilità di avere un rapporto col divino senza negare se stesso. Egli cerca la verità nella libertà, in questo troverà Dio se Dio è verità.

Grazie per l'attenzione
Leone Montagnini ©

L'originale è ancora reperibile all'indirizzo: https://uk.groups.yahoo.com/neo/groups/notizie-filosofiche/conversations/messages/2821

Nessun commento:

Posta un commento